lunedì 25 gennaio 2016

PICCOLA INDAGINE SULLA PAPESSA II.

La Papessa è un intrigo di segni meravigliosamente disegnati per creare ombre, veli e coperture. Per questo richiede almeno una piccola indagine, e pare, abbia pure una storia nascosta, per certi versi pericolosa.

La tradizione popolare vuole che una donna abbia occupato il seggio di San Pietro per qualche anno con il nome di Giovanni VIII.

Così scrive lo storico dei Tarocchi G. Van Rijnkerk nel suo libro I Tarocchi, Storia, Iconografia, Esoterismo. E molti sono i testi che trattano di questa donna che “camuffa”, o in qualche misura è costretta a camuffare la propria identità femminile per assumerne un'altra, dotata di potere e prestigio.

Tuttavia la vicenda sembra non “avere alcuna base negli avvenimenti storici reali”. I domenicani che per primi ne fecero parola, non avrebbero raccontato che una favola e nulla di più.

Eppure “[...] la tradizione sulla Papessa è stata tenace e di lunga durata, tanto che è stata necessaria l'opera di molti studiosi (seguono i nomi, n.d.r.) per sminuirla. L'altra osservazione molto importante da fare è che la Chiesa ha, durante i secoli, lasciato tranquillamente diffondere e continuare ad arricchire la leggenda della Papessa, senza preoccuparsi minimamente (G. Van Rijnkerk, I Tarocchi, Storia, Iconografia, Esoterismo, L'Airone, 2009)

Quindi dalla storia, con la “S” maiuscola, nessuna verità: la Chiesa se ne disinteressa fino a quando se ne sentirà screditata. 

Per quanto riguarda lo studio dei Tarocchi la favola in questione ci aiuta invece a sviscerare il significato del personaggio. Essa assume un valore interpretativo riguardo al ruolo rispetto al quale ci sentiamo rappresentati. È dunque al senso profondo di questa “favola” a cui possiamo guardare, per istruirci sull'arcano. In sostanza le fiabe

[...] ci permettono di dire attraverso delle storie fantastiche, inventate e allegoriche qualcosa che altrimenti non riusciremmo a raccontare (M. Gancitano, Malefica, Arte di Essere Edizioni, 2015).
 
Continua l'autrice del libro Malefica. Trasformare la rabbia femminile:

I nostri movimenti interiori e i cambiamenti sociali, il dolore, la sofferenza, i conflitti, i limiti individuali diventano – grazie alle fiabe – delle condizioni che si riescono a esprimere attraverso il linguaggio, dunque comprensibili e accettabili. Esistono, finalmente. (Ibid)

 
Se dunque raccontassimo per bene la favola di questo arcano, non come se fosse soltanto storia, e storia non è, allora, cosa vi leggeremmo?

Vi leggeremmo un contenuto psicologico, di vita reale, che molto probabilmente ha a che fare con una lunga storia di omissioni, di “racconti (di sé) non riusciti”, e per i quali la propria identità è costretta a celarsi, con tutti i patimenti che conseguono ad una perdita dell'innocenza, di uno stato verginale di sé.

Buona parte della sfera emotiva viene ad essere tolta, coperta o velata. Addirittura sacrificata. È come se la fiaba della propria vita, e così “i nostri movimenti interiori”, non venissero proiettati al di fuori di quella veste e del libro fatto di memorie, di cuciture ermetiche.

Tra tutti gli arcani la papessa è indice di un ruolo molto forte, difficile da superare.

Ella (e dunque noi) resiste nella sua intima risonanza con una parola silenziosa, quella parola che è luce solo se portata al mondo di cui altri assieme ad essa beneficeranno. È proprio questo altro a mancare: da una parte il proprio corpo vissuto, veicolo nel mondo; dall'altra, l'amorevole mano di un essere posto al di fuori delle proiezioni interne di cui vive questo secondo arcano (Il libro è per l'appunto una sorta di compendio dell'universo interiore della Papessa). Possiamo notare che agli antipodi della Papessa troviamo non a caso la franca nudità, carnosa e vitale de LE TOILLE XVII. Capace senza indugi di riversare tutte quante le proprie energie, i flussi carichi di tensione e creatività

La Papessa congela dunque la propria grande risorsa: la “parola silenziosa”. Con quest'ultima intendiamo l'essenza unica che si cela dietro la persona, ossia l'unicità, ciò che fa essere un uomo un uomo singolare, e una donna una donna singolare.


Oppure Jodorowsky sintetizza questa unicità come “quel testimone immacolato che ci portiamo dentro, a volte senza saperlo, e che rappresenta per ciascuno di noi una miniera di purificazione e di fiducia, una foresta vergine ancora da sfruttare, fonte di potenzialità” (Jodorowsky, La via dei Tarocchi, 2012)

Tuttavia essa è priva dei mezzi dell'espressione. Ma la realtà farà di tutto per estrarre questo dono senza che vi sia bisogno di nasconderlo sino a soffocarlo.

Ecco il senso trasformato di una parte truce della non–storia, favola o leggenda di questa donna creatrice; la quale per ben “due anni, quattro mesi, cinque giorni” resistette nella figura di Giovanni VIII. Resistette fino al punto di esplodere.

La Papessa sarebbe stata resa incinta da un suo servo e, ignorando l'epoca in cui sarebbe avvenuto il parto, avrebbe partorito in pieno giorno, durante una processione, sulla pubblica via, a Roma, fra la chiesa di San Clemente e palazzo Laterano. Il popolo furioso, o il clero che la circondava, l'avrebbe uccisa immediatamente assieme al bambino e avrebbe seppellito entrambi sul luogo del parto. Nel posto in cui ella sarebbe caduta da cavallo in preda alle doglie, e dove sarebbe stata uccisa, i romani avrebbero posto una statua con un'iscrizione riportata differentemente:

  1. Pietro, padre dei padri, sia benevolo verso il parto della Papessa.
  2. Padre dei Padri, sii benevolo verso la papessa nei suoi parti.
  3. Il Papa, padre dei padri, essendo papessa, ha messo al mondo un piccolo papa.

Fine della storia. Tuttavia un altro Arcano, LE PAPE V appunto, nasce da questo archetipo appena descritto. Del resto, come recita una canzone di Giorgio Gaber, «anche lui stranamente, come tutti era nato da un ventre. Ma purtroppo non se lo ricorda o non lo sa”.

Nessun commento:

Posta un commento