Vi
suggerisco di pensare al vocabolario dei Tarocchi come ad un
gioco. Un gioco (almeno io lo vedo così) che i linguisti hanno
affermato per “chiarire” proprio questioni legate al significato
lessicale dei segni/parole.
Infatti
IL SIGNIFICATO DI UN SEGNO è il segno con cui può essere tradotto,
cioè “un altro segno combinato al primo che lo renda più
esplicito”. Allora il gioco consisterebbe nel partire da una
parola/segno (“gatto”, oppure per noi da un semplice "arcano") e ARRIVARE AD UN
SIGNIFICATO proprio attraverso lo svolgimento, attraverso il racconto
di quel segno. Avremo così scritto un racconto, a partire da “un
solo vocabolo”. In questo svolgimento scopriamo che nulla è per sé
soltanto... e che “tigre” magari intrattiene una relazione con
“pesce”. Come nel quadro di Dalì: “Sogno causato dal volo di
un ape...”. “.. un attimo prima del risveglio”.
S. Dalì, Sogno causato dal volo di un ape..., 1944 |
Poi
ci svegliamo. Riprendiamo il nostro consulto e ci accorgiamo che la "legge dei segni" è la medesima. Vale per gli arcani.
Ci ritroviamo con il seguente enigma. Sei
al terzo posto significa: La contemplazione della mia vita decide tra
progresso e regresso (I Ching)
Ecco
allora il nostro schema generale dei Tarocchi con VI
(cioè L'Innamorato) al posto di III
(L'Imperatrice). Qualcosa vorrà pur dire.
VIII
I
II VI IIII V III VII
X
Mat
VIIII xVIIII XX XXI
xI
xII xIII xIIII xV xVI xVII
xVIII
SAPPIATE CHE TUTTO
QUESTO È UN LUNGO
SUGGERIMENTO QUALORA VI TROVASTE AD AVERE A CHE FARE CON I DUE
ARCANI SIMBIOTICI, ovverosia quando L'innamorato si posiziona al
3° grado della nostra Scala o Spada, grado che sarebbe occupato dal
suo arcano originale, vale a dire L'imperatrice III.
Questa
è una procedura complicata da assimilare poiché altamente
simbolica. Ma ciò ci consente – come detto – di ARRIVARE AD
UN SIGNIFICATO che sia utile far conoscere al consultante se è vero
che lo schema complessivo dei Tarocchi (quello mostrato in numeri romani) rappresenta di lui il
carattere, il comportamento e le motivazioni. In una parola, il suo
stato psicologico.
È
proprio del simbolo far sì che “un segno” (in questo caso un
arcano) possa essere spiegato da “un altro segno che, combinato al
primo, lo renda più esplicito”.
Sei
verrà illustrato dal terzo,
cioè L'Imperatrice III
dirà qualcosa della
specifica situazione affettiva che G. (il nostro consultante) sta
vivendo – oppure che sta più
o meno inconsciamente avvicinando.
PRIMO
MESSAGGIO DEI TAROCCHI A G.
Intanto
possiamo notare che il VI arcano è posto quale soggetto della frase.
In una qualche misura è primo. Si può
suggerire che a G. che:
- l'«essere innamorato» è il punto d'inizio, o ciò che sta sotto, la sostanza. Ciò che conta veramente per la persona. Ciò di cui ci si deve occupare. Anche se magari questo “sentire” adesso è debole, oppure assente.
Diremo
(al nostro consultante) che la sostanza autentica di ciascuna nostra
“frase” (azione, gesto o percezione) dovrebbe essere sostenuta da
quella chiara esperienza di innamoramento. È con «l'amore del mio
desiderio d'amore», che posso infatti vivere una vita operosa e
fantastica.
Ma
quali saranno le caratteristiche di questo amore? (Chiede
giustamente il nostro amico G.)
SECONDO MESSAGGIO DEI TAROCCHI
Vediamo
che l'Imperatrice stessa è un predicato sicuro dell'essere
innamorato (VI). I suoi tratti appartengono all'esperienza
dell'amore. Anche se sarebbe meglio dire “dell'innamoramento”.
Ecco il nostro vocabolario prendere forma. Solitamente il terzo arcano può venire considerato:
- «un'esplosione creativa senza esperienza» (Jodorowsky).
- «l'energia dell'adolescenza con la sua forza vitale, la seduzione […], crescita, espressività» (Jodorowsky).
È
infatti vero che l'innamoramento ci riporta in quella fase della vita
in cui nuove
forme e
rinnovate configurazioni
dell'esistenza non solo sono possibili, ma arrivano presto presto a
manifestazione. Quasi fosse la vita un “rosso buttato nel petto”.
Diretto, senza calcolo – senza
esperienza.
Non v'è nulla in questa dinamica che possa essere mediato, e forse
poco, davvero poco ha da essere disciplinato. Tutto fluisce.
«Siamo
al di là di ogni inquieto interrogarci. Noi non indugiamo, non
attendiamo che l'idea si formi in noi» (Gibran)
G.
a questo punto sa di non dovere temere questa nuova attitudine,
quanto meno non dovrebbe contrastarla. Infatti una parte di sé
richiede finalmente questo tipo di esperienza.
TERZO
MESSAGGIO DEI TAROCCHI
Ancora...
Osservandone IL NUMERO I I I (1+1+1) E. Caslant mette in evidenza la
nozione di “successività”.
- L'imperatrice simboleggia “il flusso”, “la corrente” «il passaggio evolutivo (l'adolescenza ecc.) da un piano ad un altro».
Con
l'innamoramento dunque ci si eleva, si evolve. Si passa «da un piano
ad un altro», «abisso sopra abisso». Come è detto nell'I CHING.
Di
nuovo A. Jodorowsky:
- «l'entrare incessantemente nella vita come una nascita perenne». È il senso dell'Imperatrice III.
Ora
G. è
in qualche modo più
rassicurato sul fatto che quello che sta vivendo è
una sorta di rinascita, perenne ed incessante. Il suo personale
passaggio
evolutivo.
Tornando
all'I Ching... Sei al terzo posto significa:
che
se G. riuscisse a
contemplare/realizzare
la sua vita sotto questi significati dell'amore, allora sarà
in grado di decidere
(sarà
nella posizione di intraprendere) la via del progresso o del
regresso.
Credo
non sia poco sapere/poter decidere del proprio essere-in-divenire.
Che dite?
INFINE
La
sintesi mirabile di R. Wilhelm, nel suo commento al versetto dell'I
Ching, fa il punto su tutto: sui temi che sono dell'innamoramento
(VI) e della creatività (III).
Qualora
avessimo il testo sotto mano potremmo leggerlo al nostro amico
consultante, oppure fare in modo che lo scriva, affinché
lo possa meditare assieme agli arcani dell'amore sopra descritti.
È
un amore, questo, vissuto sotto il segno della creatività e della
consapevolezza. L'imperatrice ha detto sì.
Questo
è il posto della transizione.
Non
si guarda più verso l'esterno
per
ottenere immagini più o meno limitate
o
confuse.
Ma
si dirige la contemplazione su se stessi
per
ricevere un orientamento per le proprie decisioni.
Appunto
questo spostarsi della contemplazione
segna
il superamento dell'ingenuo egoismo
di
colui che contempla tutto dal suo punto di vista
personale.
Così
si giunge alla riflessione e poi all'obiettività.
La
conoscenza di sé
non
consiste però nell'occuparsi dei proprio pensieri,
ma
piuttosto degli effetti che partono da noi stessi.
Solo
gli effetti ottenuti nella vita
danno
una visione
che
ci permette di decidere
se
vi è progresso o regresso.
(R.
Wilhelm)
Tarot, Tora, Rota
RispondiEliminaCome esce fuori il sei al terzo posto dell'I Ching?
RispondiEliminaPost molto interessante, completo e ben scritto, complimenti.
RispondiEliminaTi ringrazio Serena! Dimmi se ti interessa anche il nuovo post su LA PAPESSE II.
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