domenica 13 novembre 2016

PER CHI FA LE CARTE (doveri dei cartomanti)


Nel rapporto con le carte ci dovrebbe essere una cura preliminare, ossia: la necessità di offrire dei discorsi introduttivi che chiariscano l'uso di questo specifico testo che sono i Tarocchi.

Altrimenti è come se al consultante offrissimo un messaggio da interpretare (un messaggio che riguarda molto spesso la sua condizione psicologica) senza che egli lo sappia leggere in totale e piena autonomia.


Una deontologia del tarologo, ancora non scritta, dovrebbe porre come massima la seguente considerazione: il tarologo ha il compito di offrire strumenti ermeneutici, di studio e di analisi, affinché l'interprete sia il consultante, il quale si troverà molto presto nella condizione di apprendere una lingua del tutto nuova e in grado di tradurre le diverse dinamiche inconsce che fanno agire la persona come una sorta di burattino.

Gli “irrisolti” a tutti i livelli dell'essere della persona (biografia natale, livello peri-natale e traspersonale), costituisco dei veri e propri enigmi per l'anima. Essi creano molto spesso sofferenze psichiche: ansie, depressione, senso di impotenza, irretimenti familiari, senso di inadeguatezza, ecc.

Da un punto di vista tecnico, la pluri-dimensione di significato di un testo dovrà costituire per il tarologo “un'educazione alla complessitàda rivolgere in prima istanza agli Arcani che compongono il mazzo (fase di studio e ricerca), ed infine all'anima del consultante, ossia il vissuto interiore della persona.

In altri termini i Tarocchi restituiscono una chiara visione di come ciascuno di noi singolarmente e in maniera differente “vive”, “sente”, e poi magari reagisce ad un determinato evento.

Le carte dei Tarocchi sono dunque un testo molto articolato, ricco di tradizione e saperi, un testo sul quale emerge tutta la storia dell'anima del consultante.

Il sottile dono del tarologo consiste nel prendersi cura di quella che M. Buber chiama: «La polifonia originaria dell'interiorità umana».  In termini psicoanalitici:

Il materiale offerto dal paziente (in ambito tarologico il “paziente” viene definito “consultante”, n.d.r.) durante una seduta è molto vario, e corrisponde sia a diverse stratificazioni psichiche che a diversi stadi storici dello sviluppo. (Reich)


Ma ciò che più conta è certamente il «Prendersi cura di una “cosa” o di una “persona” nella sua essenza: amarla, desiderarla (mögen)» (Heidegger)




michel pelucchi 
12 11 2016

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