La
filosofia
persino se presentata in piccole dosi (che è ciò di cui possiamo
accontentarci oggi nonostante esistano libri meravigliosi) mostra e
crea l'effetto
grande.
Il grande effetto del rischiararci dalla nostra “passività
incondizionata”.
La
mente filosofica, e non tutte le menti sono tali, derivano dal potere
di Manas (da qui il latino “mens”). «In primo luogo il
fatto di essere coscienti, desti» (Calasso)
Chi
si avvicina a percepire la vitalità
di Manas opera su stesso un clamoroso «risveglio».
La complessa realtà della persona umana si toglie dai “ruoli”
imposti o auto-imposti. Quei ruoli, spesso sociali e prima ancora
familiari, che non ci permettono alcuna assunzione soggettiva
del dovere e, per diretta conseguenza, nessuna espressione
sensata del nostro volere autentico.
Non
possiamo essere responsabili della nostra vita senza questo momento
di risveglio che passa attraverso il discenimento, il produrre
la differenza tra noi e i valori (o pseudo-valori) portati
dall'Altro. L'Altro è tutto ciò
che incontriamo, può
essere un contesto, una persona, una situazione. Bello o brutto,
favorevole o sfavorevole, buono o cattivo è
sempre un'Alterità che ci richiama
al nostro desiderio di chiarificazione, per non subire più, per
respirare, per vivere nella gloria.
La
filosofia differenzia dunque i piani del reale, dando a
ciascuno di essi una “dimensione appropriata”. Poiché non fare
ciò, non capire la differenza, ad esempio:
«fra
egoismo, amour-de-soi
(l'amore di sé che è
naturale) e amour-propre,
la preferenza pervasiva di sé rispetto agli altri, nel quale ci si
concentra non sul conseguimento di un obiettivo ma sulla distruzione
di ciò che lo ostacola» [1]
significa
perdere in pari tempo la capacità di determinazione, di
destinazione, ossia di dare direzione autonoma ai nostri pensieri
costruttori di realtà.
Come
si fa la differenza? Ecco un esempio:
- Michel volevo domandarti un piacere, sempre se è possibile … Tu facendo i Tarocchi puoi vedere se vicino a me c'è qualcuno che mi porta negatività o invidia? Grazie.
- No... Posso semmai dirti per quale motivo tu stai attirando (o diventi un magnete di) negatività e/o invidia. Quello sì. Lo puoi sapere in modo da evitare che poi accada di nuovo.
Il
punto di questo post è
ormai chiaro. Una Tarologia
che non si ispiri ai
valori sopracitati, distorce e abbruttisce la persona, invalida ogni
consulto. Rende passivi e non maggiormente attivi, ossia desti,
pensanti, abili, creativi.
La
domanda alla fine del tuo
consulto deve essere:
Quanta creatività mi sento di potere esprimere ora che il
Tarocco mi ha attraversato?
Da
questa domanda riparte l'avventura della vita. Cosa rispondi ora?
Ci
sono esempi straordinari, in libri altrettanto straordinari che sono
stati pubblicati negli ultimi due e tre anni. Libri in cui questo
sistema Manas di pensiero libera dalle catene di una concettualità
che ci improgiona la vita, una concettualità che si è
sedimentata dentro di noi – nonostante noi.
Non
sono però libri sui Tarocchi, comunque utili. È la storia
lunga della manipolazione che la filosofia ha da sempre
compreso, fornendo una via solare
per la quale un mezzo eccellente possono essere i
Tarocchi.
I
Tarocchi ci aiutano dunque a capire quanto soffocanti siano le «mappe
cognitive», quali modi di
vedere il mondo non corrispondono alla verità
del mondo.
In
articolo di un paio di anni fa, pubblicato sulla rivista
Oltre-Confine, richiamai nel titolo (Semplicità
dei Tarocchi) un punto fondamentale, e scrivevo:
Il mio punto di vista
sul Tarot vede nei 22 Arcani maggiori altrettanti differenti
aspetti della psiche umana, del comportamento
e della creazione divina. Dico
cre-azione perché «Io imparo
ad essere colui che Sono» attraverso un cammino,
un'esperienza di Formazione – questo indipendentemente dal Tarocco.
Tutto ciò avviene comunque nell'ambito della Coscienza, cioè
di una «evoluzione cosciente» o di una «trasformazione creativa.»
[2]
Poi
proponevo uno schema attraverso il quale condurre dei consulti utili,
e autentici poiché semplicemente
in grado di creare dinamiche di trasformazione creativa.
Un
antico detto recita: «Siate
nel mondo (e come non esserlo??!?, n.d.r.), ma non del
mondo». Già
qui una mente filosofica è
all'opera, situata pienamente nel regno di Manas, e capace di
sancire la differenza: essa lancia un monito e svolge forse una
pergamena nel cui testo è
implicito il senso della nostra libertà.
Renderlo
esplicito – il senso della nostra libertà
– è anche l'amore di sé
(amour-de-soi).
Benedici allora il veicolo che a questo punto ti ha condotto. I
Tarocchi non sono la risposta, ma la
possibilità per una domanda migliore.
Michel
pelucchi 22092016
[1]
S. Žižek, La
nuova lotta di classe. Rifugiati, terrorismo e altri problemi coi
vicini, Ponte alle
Grazie, 2016, pp. 104-105
[2]
M. Pelucchi, Semplicità
dei Tarocchi, in Oltre-Confine, numero 13.
http://www.oltre-confine.com/sommario-13.php
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